Confronto tra APS-C e Full Frame

8/24/20252 min leggere

APS-C vs Full Frame: quale fotocamera scegliere per l’astrofotografia e i paesaggi stellati?

L’astrofotografia, e in particolare la fotografia di paesaggi stellati (nightscape), sta vivendo un vero e proprio boom.
Molti fotografi si chiedono: conviene investire in una fotocamera full frame oppure si possono ottenere ottimi risultati anche con una APS-C?

La risposta non è così netta come potrebbe sembrare. Grazie a tecniche come lo stacking di immagini con Sequator o l’utilizzo di un tracker, una APS-C può competere con una full frame.

La sensibilità ISO e il rumore digitale in astrofotografia

Per catturare un paesaggio notturno, è spesso necessario lavorare a 3200 ISO per far emergere le stelle.

· Con un sensore full frame, questo aumento degli ISO è meglio gestito grazie a una riduzione più efficace del rumore digitale.

· Con un APS-C, il rumore diventa più visibile, il che può degradare l’immagine se ci si limita a un solo scatto.

A prima vista, quindi, il full frame sembra più adatto alla fotografia notturna. Ma questo cambia quando si utilizzano le tecniche avanzate di post-produzione.

Ottenere splendidi paesaggi stellati con una APS-C grazie a Sequator

Il software Sequator è un prezioso alleato per gli astrofotografi. Permette di:

· allineare le stelle senza alterare il primo piano del paesaggio,

· sommare più scatti per ridurre il rumore casuale del sensore.

Il principio è semplice: combinando più immagini, il rumore si neutralizza mentre le stelle rimangono nitide e luminose.
Il risultato: un’immagine finale realizzata con una APS-C può essere pulita e dettagliata quanto quella di una full frame.

L’utilizzo di un tracker per ridurre il rumore ISO

Un’altra tecnica per ottenere ottimi nightscape è usare un tracker. Questo dispositivo compensa la rotazione terrestre e consente pose lunghe a bassi ISO.

I vantaggi sono evidenti: meno rumore digitale e più dettagli nelle stelle.
Ma c’è uno svantaggio: le pose lunghe riscaldano il sensore, generando pixel caldi. Fortunatamente esistono due soluzioni:

1. Correggere questi pixel manualmente in post-produzione (ad esempio in Lightroom).

2. Utilizzare la funzione di riduzione del rumore per lunghe esposizioni integrata nella fotocamera. In questo caso, la macchina scatta due foto:

o una prima della scena reale,

o una seconda con l’otturatore chiuso (dark frame).

La fotocamera rileva così i pixel caldi e li elimina automaticamente dall’immagine finale.

Conclusione: APS-C o Full Frame per l’astrofotografia?

Se il full frame rimane più performante ad alti ISO, una APS-C può comunque produrre paesaggi stellati di livello professionale con un po’ di pazienza.

· Usare Sequator per lo stacking e la riduzione del rumore.

· Impiegare un tracker per pose più lunghe e un cielo più dettagliato.

· Attivare la riduzione del rumore per lunghe esposizioni per eliminare i pixel caldi.

Con queste tecniche, l’astrofotografia con una APS-C diventa un’alternativa credibile al full frame, capace di offrire risultati comparabili nella fotografia di nightscape e di paesaggi stellati.